RIFORMA SANITARIA: LA VERITA’ VIENE A GALLA
L’OSPEDALE DI GEMONA DIVENTERA’ UN PRESIDIO PER LA SALUTE
Le bugie hanno le gambe corte
anche se a dirle è il PD regionale, partito che ultimamente si è costruito
questa specie di immunità, un velo protettivo su tutto quello che fa o,
aggiungiamo noi, disfa!
Eh si, è giusto dire disfa. Dopo
la serata di Gemona organizzata dai comitati a difesa dell’ospedale San Michele
emerge finalmente, senza discussioni o sfumature, la verità riguardo a ciò che
comporta la riforma della Sanità regionale per il nostro comprensorio.
Nel poco spazio concessoci dalla
maggioranza che governa Artegna sull’ultimo numero di InformArtegna avevamo
potuto esprimere la nostra contrarietà verso una riforma, quella
Serracchiani-Telesca, che accentra tutto verso i grandi centri creando un forte
disagio per i territori pedemontani e montani già di per se penalizzati.
Ora chiarezza è fatta, anche se
per noi era tutto chiaro fin dall’inizio e potrebbe tradursi in una beffa
tremenda, in quanto tra poco l’ospedale San Michele non sarà più un ospedale. Possiamo
dire questo perché dopo la serata pubblica di Gemona, alla presenza di diversi
consiglieri regionali di tutti gli schieramenti, è emersa la verità ovvero che,
gradualmente (vedremo quanto!), l’ospedale San Michele:
-verrà convertito a presidio per la Salute e quindi non sarà più un ospedale;
-non avrà più il pronto soccorso che verrà tramutato in un punto di
primo intervento e accoglierà solo codici bianchi e verdi mentre non accoglierà
più codici rossi e gialli, con una disponibilità del servizio ad applicazione
totale delle riforma di 12 ore;
-non avrà più l’area di emergenza annessa al pronto soccorso;
-perderà una trentina di posti letto;
-avrà una sola ambulanza (sperando si muova assieme ad un medico);
-diventerà un grande poliambulatorio;
-avrà 8 posti letto per i degenti che non possono essere tenuti a casa
ma che verranno seguiti dai medici condotti e quindi, anche i medici condotti
di Artegna, a turno, andranno nel grande Poliambulatorio di Gemona.
Queste sono le certezze che sono
emerse e sulle quali nessun consigliere regionali del PD presente alla serata
(Cremaschi, Boem, Agnola) ha potuto mentire anche perché di fronte, oltre ad
avere i loro avversari politici (Zilli-Lega, Revelant-Ar, Riccardi-Fi, Novelli-Fi,
Savino-Fi) ed anche qualche alleato che la riforma non l’aveva votata (Pustetto-Sel),
si sono trovati una platea preparata ed anche molto arrabbiata. All’interno
della sala di Salcons era palpabile la tensione da parte di molti cittadini
consapevoli del tranello che questa riforma contiene per la pedemontana.
Va sottolineato che tutti i servizi
che secondo la Serracchiani e l’assessore alla Sanità Telesca verranno ampliati
o portati a Gemona per addolcire la pillola al comprensorio, sono servizi che
già ci sono e che funzionano. Serracchiani e Telesca tra l’altro hanno inviato
una lettera dicendo che non avrebbero potuto presenziare….
In questi giorni abbiamo letto su
un giornale locale un titolone con scritto “Serracchiani rassicura l’ospedale
non chiuderà”. Effettivamente non chiuderà ma come è ormai chiaro NON SARA’ PIU’ UN’OSPEDALE!
Condividiamo totalmente il
messaggio finale del Sindaco di Gemona Paolo Urbani il quale, a dir poco
arrabbiato, si è rivolto tra gli altri anche ai suoi colleghi sindaci facenti
parte del PD, che fino ad ora hanno appoggiato la riforma per non andare contro
al proprio partito. Il Sindaco di Gemona su di loro si è espresso dicendo senza
mezze parole: “PRIMA IL TERRITORIO E LA
NOTRA GENTE, DOPO IL PARTITO”.
Come potremmo non essere d’accordo
su questo; abbiamo sempre sostenuto QUESTO CONCETTO NATURALE e lo sosteniamo
anche ora su un argomento delicato come questa riforma sulla quale il nostro
Sindaco assieme alla Giunta comunale ed alla maggioranza al completo non ha
esitato ad allinearsi con la linea di partito, appoggiando la riforma, mettendo
in secondo piano il proprio territorio e ridicolizzando l’opposizione
preoccupata.
Ma prima o poi tutti i nodi
vengono al pettine!
Ora non ci resta che proseguire
questa battaglia, ringraziando i comitati a difesa del San Michele e
assicurando loro il nostro appoggio per riuscire a cambiare questa riforma e
garantire alla nostra gente un servizio
sanitario adeguato.
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