giovedì 23 aprile 2015

L'artista arteniese che sicuramente avrebbe voluto la mostra nell'amata casa di Artegna


Omaggio all’artista Mario Micossi, a 10 anni dalla scomparsa.
Inaugurazione mostra venerdì 24 aprile, ore 18, chiesa di Sant’Antonio abate (Udine)

Friulano d’America

La Provincia di Udine dedica una retrospettiva a Mario Micossi, pittore e incisore di Artegna morto dieci anni fa, a lungo attivo anche negli States



A dieci anni dalla scomparsa dell’artista,la Provinciadi Udine dedica una retrospettiva a Mario Micossi, pittore-incisore originario di Artegna, con un ‘viaggio virtuale’ a ritroso nel tempo attraverso le mete più care all’artista. Da Tibet e Nepal, da lui visitati per l'ultima volta proprio nel 2005, l’anno della morte, il percorso prosegue idealmente mediante le sue pitture attraverso le metropoli americane, per giungere alle città europee e italiane  e al cuore della sua terra: le amate montagne friulane, dove il segno dell'artista descrive puntualmente il profilo di ogni cima.
L’esposizione, che sarà inaugurata venerdì 24 alle 18 nella chiesa di Sant’Antonio abate di Udine, è stata realizzata grazie al sostegno della Fondazione Crup e presenta varie opere inedite provenienti dalla collezione personale dell'artista, messe a disposizione dalle nipoti ed eredi, Elena e Anna Micossi. In mostra fino al 7 giugno anche alcune opere conservate nelle prestigiose collezioni della Fondazione, della Società Filologica Friulana e di alcune raccolte private.
Ambasciatore del Friuli nel mondo, meticoloso nelle sue realizzazioni (la sua specialità erano le acquetinte), impegnato in continue sperimentazioni per affinare tecnica e resa, Micossi è stato un profondo conoscitore della sua terra, della sua storia, dei suoi ambienti, delle sue radici e della sua identità. All'interno dei cicli pittorici esposti si collocano alcune opere riguardanti l'approccio storico di Micossi con il Friuli. Il suo forte e precoce interesse per la storia, in particolare quella dei Longobardi, sfocia nelle visioni longobarde, mentre alcune opere realizzate subito dopo il sisma del 1976 evidenziano l'intensità con la quale l'artista reagì al tragico evento.
L'impegno profuso, anche oltreoceano, nella ricerca di aiuti per la ricostruzione del Friuli, viene riconosciuto a Micossi: la nota collezione d'arte americana Friam (Friuli art and monuments), conservata al Museo d'arte moderna e contemporanea di Casa Cavazzini e giunta in Friuli negli anni successivi al sisma, si deve infatti anche alla sua instancabile opera di sensibilizzazione.
Per oltre quarant'anni, Micossi collaborò con la rivista americana ‘The New Yorker’, riscuotendo grande consenso anche negli States - dove intratteneva amicizie e rapporti di collaborazione con importanti esponenti del mondo dell'arte e della cultura, specie nei lunghi periodi newyorkesi - per il lavoro di illustratore, pittore e incisore.




mercoledì 22 aprile 2015

Da InformArtegna aprile 2015G

Gruppo Consigliare: ARTIGNE IN COMUN

Dal dicembre ad oggi ci sono state solo due sedute di Consiglio, la prima il 15 gennaio mentre la seconda si è svolta il 23 di marzo. La seduta di gennaio prevedeva la nomina del nuovo revisore dei conti dopo le dimissioni della dott.ssa Petris. La maggioranza ha proposto e votato il dott. Rag. Mizzaro mentre la nostra proposta era quella di nominare la dott.ssa Bubisutti. Non contestiamo la competenza del nuovo revisore, ma va ricordato a tal proposito che il dott. Mizzaro oltre ad essere assessore nel comune di Tolmezzo ricopre l’incarico di segretario del PD della conca tolmezzina: avremmo ritenuto politicamente corretto che un incarico delicato come questo venisse assegnato ad un professionista privo di incarichi politici.
Per quel che riguarda il riordino del sistema delle autonomie locali del FVG stiamo seguendo con impegno e spirito collaborativo l’iter della LR 26/2014, il cui obbiettivo è quello di riordinare in toto l’assetto degli enti locali, cercando di unire al meglio servizi, territori e comprensori per ottimizzare e migliorare la gestione dei servizi locali. Le legge prevede l’abolizione delle province e la creazione di 17 Unioni Territoriali Intercomunali. Artegna al momento è stata collocata nell’Unione dell’Alto Friuli orientale che parte dal nostro comune ed arriva fino a Tarvisio costituendo una unione, a nostro avviso, totalmente disomogenea. L’argomento richiederebbe un serio approfondimento: in sintesi vi diciamo che la riforma nel suo assetto non ci convince in quanto a fronte di un’abolizione di 4 province sembra crearne 17 più piccole. Abbiamo comunque condiviso un documento con tutto il Consiglio per chiedere alla Regione che Artegna venga inserita assieme a tutto il gemonese in un contesto territoriale omogeneo, comprendente quello collinare (Buja, Osoppo e Sandanielese) e il Tarcentino (Magnano, Tarcento) per sfruttare le numerose risorse al meglio. Se ciò non accadrà, sarà l’ennesima occasione persa.
Infine, nel corso dell’ultima seduta di consiglio abbiamo discusso la variante 15 del piano regolatore; il provvedimento più importante di essa prevede la mutazione da terreno industriale a terreno agricolo dell’ultima fetta di possibile espansione della zona industriale (ca 70.000mq). Avevamo chiesto, in attesa che la riforma regionale sopra citata finisse il suo iter definendo con precisione la collocazione di Artegna, di rinviare la discussione poiché non è ancora ben chiaro dove il nostro comune avrà le sue possibilità di sviluppo. La nostra richiesta non è stata accolta e di conseguenza il nostro voto alla variante è stato contrario poiché attualmente la variante chiude ogni possibilità di espansione industriale (a basso impatto ambientale) che ora, in tempi di crisi, può sembrare utopia; in futuro però questa potrebbe rivelarsi una scelta a dir poco infelice.

Il Capogruppo Alessandro Marangoni      

giovedì 16 aprile 2015

Confini delle Unioni congelati


Taglio del vitalizio

Taglio del vitalizio fino a 855 euro per gli ex onorevoli

Con la nuova legge sforbiciata ai 20 titolari di doppi assegni. I maggiori sacrifici per Saro. L’incognita del ricorso al Tar

martedì 14 aprile 2015

Mozione pro Ospedale


        Mozione presentata assieme al gruppo "@rtegna e oltre"  



Artegna, 15 aprile 2015                                                  


Al Signor Sindaco
del Comune di Artegna


MOZIONE


Il Consiglio Comunale di Artegna,

PRESO ATTO che la legge regionale n. 17/2014 “Riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale e norme in materia di programmazione sanitaria e sociosanitaria” ha decretato la riconversione dell'Ospedale Civile San Michele di Gemona del Friuli in “Presidio ospedaliero per la salute”, per lo svolgimento di attività distrettuali sanitarie e sociosanitarie.

CONSIDERATO che il comma 3 dell’Art. 34 della citata legge prevede che nelle strutture ospedaliere riconvertite “viene assicurata la presenza di un punto di primo intervento sulle dodici/ventiquattro ore e la postazione di un mezzo di soccorso sulle ventiquattro ore”.

ATTESO che dal 1 aprile 2014 l’Azienda Sanitaria 3 Alto Friuli, divenuta Azienda per l’Assistenza Sanitaria n. 3 Alto Friuli - Collinare - Medio Friuli, ha avviato una sperimentazione che prevede il taglio di un’ambulanza di notte al P.S. di Gemona, nonché dall’ottobre 2014 la creazione della figura “dell’infermiere di emergenza pendolare”;

RITENUTO che il taglio dell’ambulanza determina un evidente allungamento dei tempi in caso di due o più richieste d’intervento, mettendo a serio rischio la vita dei cittadini bisognosi di cure d’urgenza;

CONSIDERATO INOLTRE che la figura “dell’infermiere pendolare” compromette la sicurezza nelle emergenze in quanto si toglie un’unità preparata per svolgere il ruolo di infermiere di emergenza, in favore di altro reparto, pregiudicando in maniera significativa i protocolli d’emergenza, i quali sono improntati al massimo risparmio di tempo.

RITENUTO che da anni di notte a bordo dei mezzi del P.S. di Gemona opera unicamente personale infermieristico qualificato, senza l’ausilio di medico, in quanto l’unico medico d’emergenza deve restare all'interno dell'ospedale e che tale situazione anomala risulta l’unica presente in Regione;

VISTI i gravi fatti di cronaca verificatisi a Cividale del Friuli lo scorso 25 febbraio, con la morte del Sig. Erik Tuan e di Rivoli d’Osoppo del 6 marzo 2015, i quali dimostrano che l’attuale sistema delle emergenze non funziona;

CONSIDERATO che un'ambulanza viene regolarmente “strappata” nel periodo diurno all’Ospedale di Gemona, perché impegnata nei trasferimenti di malati a Tolmezzo o Udine, ma anche da Tolmezzo verso Udine all’occorrenza, riducendo la disponibilità dei mezzi destinati all’emergenza;

RITENUTO che migliorare il servizio di emergenza resta la priorità della sanità regionale, garantendo a tutti i cittadini della Regione e in ogni sua parte un servizio tempestivo ed efficiente;

RITENUTO che la riduzione delle ambulanze, unitamente alla previsione del declassamento del P.S. di Gemona a mero Punto di Primo Intervento sulle 12 ore, lede il diritto alla salute, costituzionalmente garantito di un ampio bacino d’utenza, oltre 30.000 cittadini del FVG, i quali risultano discriminati e penalizzati dalla previsione normativa in esame;

VISTO che nel caso dell’incidente di Rivoli d’Osoppo l’ambulanza è giunta dal più lontano Ospedale di Udine, non risultando disponibile neanche il mezzo in dotazione all’Ospedale di San Daniele, dimostrando che le aree periferiche della regione, specialmente quelle montane, non sono sufficientemente coperte dal servizio 118;

EVIDENZIATO che l'Ospedale di Gemona assume da sempre un ruolo strategico per la Pedemontana e in particolare per l’Alto Friuli in quanto è sito a pochi chilometri dal polo industriale di Rivoli d’Osoppo e da varie zone artigianali locali dove risultano operanti migliaia di lavoratori;

IN CONSIDERAZIONE che la struttura del P.S. di Gemona garantisce oltre il 42% delle prestazioni dei servizi d’urgenza erogate sul territorio di competenza (vedi sottostante tabella): un numero di accessi che da anni è superiore a quello rilevato in altre strutture ospedaliere (es. Spilimbergo);

Data accessi alle strutture di P.S. dal 01.01.2014 al 31.07.2014
Num. Accessi/Codici Urgenza
P.S. Gemona + P.S. Tolmezzo
P.S. Gemona
% Accessi P.S. Gemona
Totale accessi al P.S.
22.031
9.349
42,43%
Codice Rosso
191
87
45,54%
Codice Giallo
2.411
1.075
44,58%
Codice Verde
7.899
3.084
39,04%
Codice Bianco
11.525
5.103
44,27%
Osservazioni temporanee (max 48h)
2.512
926
36,86%

PREMESSO che l'Ospedale di Gemona nonostante sia una struttura modello, antisismica, e all'avanguardia, ha subito nel tempo, a seguito della Legge Regione n. 13 del 27.02.1995 e dell’attuale Riforma Serracchiani-Telesca del 2014, un progressivo ed immotivato depauperamento delle proprie funzioni;

DATO ATTO che, ciononostante, grazie all’impegno e all’abnegazione dimostrato da tutti gli operatori sanitari, in questi anni è stato comunque possibile mantenere elevati livelli di assistenza ospedaliera e territoriale;


RITENUTO inammissibile sguarnire il nostro Territorio di un servizio fondamentale come quello di P.S. e dell’Area di Emergenza e che vi è parimenti la necessità di un potenziamento dei predetti servizi, come dimostrato in maniera insindacabile dagli ultimi tragici episodi di cronaca;

TUTTO CIO’ PREMESSO

Impegna il Sindaco e la Giunta

ad intraprendere le necessarie azioni, presso il Presidente della Giunta Regionale, l’Assessore Regionale alla Sanità e in ogni altra sede opportuna, affinché:

Ø  si proceda ad una revisione dell’attuale Riforma sanitaria, garantendo anche per il prossimo futuro il Pronto Soccorso e l’Area d’Emergenza dell’Ospedale di Gemona del Friuli sulle 24 ore nell’ambito del redigendo Piano delle Emergenze-Urgenze in fase di elaborazione, il quale dovrà tener conto delle particolari esigenze del Territorio e delle attuali criticità, garantendo la funzione tipica di filtro del P.S. – Area d’Emergenza, le quali dispongono di competenze cliniche e strumentali adeguate a fronteggiare e stabilizzare i pazienti in fase critica ed eventualmente, disporne il loro trasporto presso l’ospedale più idoneo a fornire le cure;

Ø  cessi immediatamente la sperimentazione “dell’infermiere pendolare” e venga da subito ripristinata la seconda ambulanza notturna al P.S. di Gemona, dotata di personale qualificato e in particolare di un medico, così che possa essere garantito un pronto intervento tempestivo ed efficiente.

Ø  Impegna altresì il Sindaco a riferire al Consiglio Comunale le risultanze dei punti precedenti.
   
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Riccardo Patat - consigliere e capogruppo @rtegna e oltre …………………………………………………………………

Alessandro Marangoni - consigliere e capogruppo Artigne in Comùn …………………………………………………………………

Giovanni Mitri - consigliere comunale Artigne in Comùn ………………………………………………………………….


Claudia Errico - consigliere comunale Artigne in Comùn ………………………………………………………………….

sabato 11 aprile 2015

local tax

DAL 2016 LA LOCAL TAX COPRIRÀ IL 65% DELLE ENTRATE COMPLESSIVE 





Secondo i calcoli effettuati dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre, dal 2016 la Local tax, che sostituirà l'Imu e la Tasi, assorbirà il 65% circa delle entrate tributarie comunali. Tra le grandi città italiane l'incidenza dovrebbe attestarsi al 69% a Milano, al 66% a Roma, al 57% a Bologna e al 52% a Firenze, Genova e Torino. Abbondantemente al di sotto della media nazionale i risultati emersi a Perugia (47%), a Palermo (45%), a Reggio Calabria (38%) a Venezia (36%) e a Napoli (33%). Nel calcolare queste incidenze, spiega la Cgia, non si è considerato il gettito dell'addizionale comunale Irpef che dovrebbe confluire nelle casse statali in cambio del gettito Imu degli immobili di categoria D (tassati ad aliquota base del 7,6 per mille). Imposta, quest'ultima, attualmente incassata dall'Erario. Non stupisca il fatto che in alcune città emergono percentuali ben inferiori  al dato medio nazionale. Questo dipende dalla presenza - in fase di transizione - di numerose voci collegate al recupero di gettito di tributi ormai soppressi, ma che figurano ancora tra le entrate. A regime, infatti, l'incidenza dovrebbe aumentare anche in questi casi sino a portarsi a un valore attorno al 60 per cento. Per capire il peso della Local tax sono stati analizzati i bilanci dei principali  Comuni capoluoghi di regione: dopo aver stimato il gettito delle due imposte che sostituiranno il nuovo tributo è stata calcolata l'incidenza di quest'ultimo sulle entrate tributarie complessive riferite al 2014. "Oltre all'imponente sforzo economico che i proprietari degli immobili sono chiamati a sostenere - esordisce il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - gli italiani sono costretti a farsi carico di un costo addizionale per espletare tutte le operazioni di pagamento che non ha eguali in Europa". Secondo i dati della Banca Mondiale, infatti,  per onorare le tasse  nel nostro Paese sono necessarie 269 ore all'anno, pari a 33 giorni lavorativi. Nell'area dell'euro solo il Portogallo registra una situazione peggiore della nostra. "Pertanto - prosegue Bortolussi -  ridurre il numero di tributi che grava sulla casa è un provvedimento che va nella direzione giusta, ma non basta. E' ancor piu' indispensabile tagliare drasticamente e in misura strutturale il peso fiscale che preme sugli immobili. Ricordo che tra il 2010 e il 2014 la tassazione sulla casa è quasi raddoppiata, mentre il valore economico delle abitazioni è mediamente sceso di oltre il 16 per cento. Due fenomeni di segno opposto che hanno contribuito a ridurre la ricchezza degli italiani".da Rai News

domenica 5 aprile 2015

Contrari alle mini-Provincie

Un terzo dei Comuni  è contrario alle mini-Province

In 50 ricorrono al Tar, altri 20 chiedono di cambiare confini o rinviare le scelte. Nei prossimi giorni attese nuove adesioni. «La giunta sospenda la legge»