mercoledì 6 luglio 2016

Referendum abrogrativo



Ieri mattina in Consiglio Regionale è stata bocciata l’ammissibilità della proposta di referendum abrogativo della Riforma Sanitaria targata Serracchiani-Telesca. La decisione era stata demandata all’aula dopo che l’Ufficio di Presidenza non ha raggiunto l’unanimità nella decisione.
A nulla, purtroppo, sono valsi gli sforzi dei Comitati promotori e di tutti quei cittadini che convintamente hanno firmato la richiesta – le sottoscrizioni raccolte in questa prima fase sono state oltre 2500 quando ne bastavano appena 500 – anche ad Artegna, dove ci siamo impegnati a raccogliere le firme, che in pochi giorni sono state davvero tantissime e per questo è giusto ringraziare tutti coloro che hanno dato il proprio contributo.
Alla fine il Pd (più qualche aiuto) ha fatto quadrato e la richiesta di referendum non è passata. Tutta la maggioranza infatti (Pd, Sel e Cittadini) ad esclusione del consigliere Stefano Pustetto (Sel e da sempre critico nei confronti della Riforma) ha votato per l’inammissibilità del quesito referendario. Mentre l’opposizione, con Fi, Ln, Misto Ar e Fdi ha votato compattamente per l’ammissibilità. Posizioni particolari, che preferiamo non commentare, quelle dei consiglieri Cargnelutti e Colautti (Ncd) che non hanno partecipato al voto e quella del consigliere Barillari (Misto) che ha votato insieme alla maggioranza.
L’amarezza è tanta, anche perché quanto successo ieri – sono stati bocciati anche altre due proposte di referendum, una abrogativa della famigerata legge 26/2015, quella istitutiva delle Uti e una propositiva, per istituire due province autonome Friuli e Trieste sul modello Trento e Bolzano -  è la conferma che la maggioranza regionale non vuole ascoltare i cittadini. Non l’ha fatto prima di presentare le riforme, non l’ha fatto durante e non lo stano facendo nemmeno ora che a gran voce il popolo friulano chiede di poter dire la sua. La maggioranza ha perso l’occasione di dare la parola ai cittadini, che finalmente attraverso questi strumenti stanno provando a riavvicinarsi alla vita pubblica e politica. Un sintomo evidente di una malattia che sta affliggendo la Giunta regionale da tempo, l’arroganza politica.

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