sabato 24 ottobre 2015

UTI del Gemonese:il gruppo Artigne in Comùn contrario!

Leggiamo spesso in questi giorni sul Messaggero Veneto articoli riguardanti i giudizi dei vari consigli comunali sulle U.T.I.. Purtroppo il Messaggero Veneto si dimentica sempre di Artegna o meglio delle minoranze di Artegna, evidentemente nella nostra zona la maggioranza di Artegna (PD), viene considerata da chi riporta notizie il 100% del nostro consiglio. Quando si nomina Artegna sull'argomento U.T.I. si parla solo di voto favorevole del consiglio dando questa sensazione di unanimità e di poca discussione in merito. Avete comunque l'opportunità di leggere il nostro completo intervento riguardo all'argomento in cui ci siamo espressi contrariamente. 


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 Artegna, 15-10-2015

Nel preannunciare il voto contrario da parte del nostro gruppo allo statuto della nuova Uti del Gemonese abbiamo preparato questo documento illustrante il nostro pensiero in merito all’argomento che depositeremo agli atti di questo consiglio.
Lo statuto dell’Uti del Gemonese viene proposto in conseguenza alla legge regionale nr. 26 del 12 dicembre del 2014 meglio conosciuta come Riordino del Sistema delle Autonomie Locali nel Friuli Venezia Giulia.
Una legge, o meglio una riforma, che ad oggi non ha avuto un percorso ne facile ne condiviso. Calata dall’alto, questa legge dovrà a breve fare i conti con il ricorso presentato al Tribunale Amministrativo da una sessantina di sindaci.
L’Assessore Regionale alle Autonimie Locali Panontin, spesso ha sostenuto che questi Sindaci hanno una posizione contraria per una scelta politica contro il governo Serracchiani, dimenticando il disagio diffuso che questa legge ha provocato in senso trasversale coinvolgendo anche alcuni sindaci o amministratori di centro-sinistra (non ultimo il comune di S. Daniele). Va detto che, come per la Riforma Sanitaria anche quella sugli Enti Locali nasce principalmente con tecnici e idee non provenienti dal Friuli e poco coscienti del territorio della nostra Regione e delle problematiche ad essa annesse.
Anche per questo riteniamo che in merito alla riforma sia stato completamente calpestato il principio di Autonomia che per la nostra Regione dovrebbe rappresentare il tema centrale.   
La conseguenza di questo riordino è che le Unioni Territoriali Intercomunali UTI sono destinate a diventare dei “supercomuni” di dimensioni smisurate causando inevitabilmente  la sparizione del riferimento di prossimità  fra i comuni ed i cittadini, in quanto le distanze territoriali fra periferie e capoluoghi nei nuovi ambiti in alcuni casi superano anche i 50km. Oltre a ciò viene archiviato un principio sacrosanto della democrazia diretta poiché i “supersindaci” (cioè i Presidenti delle Uti) saranno scelti non dai cittadini ma il più delle volte dalle segreterie politiche. Nel contempo la legge prevede di istituire le UTI, 18 in tutto, a scapito dell’abolizione delle 4 province presentando davvero un bel esempio di semplificazione.
Va inoltre sottolineato come le minoranze non siano assolutamente rappresentate nei nuovi organi.
Al centro di questa riforma ci doveva essere l’obiettivo di ottimizzare i servizi al cittadino producendo risparmi e ottimizzazioni di scala , cose che molti comuni già fanno e che potevano essere raggiunte secondo noi stimolando ed incentivando con convinzione le unioni di servizi. Non sarebbero serviti in questo caso i “supersindaci” ed i 18 direttori generali che a breve verranno nominati e profumatamente stipendiati per la gestione delle Unioni.   
Tale meccanismo si sarebbe rivelato importante pensando ad una prospettiva, scelta democraticamente dai cittadini, che potesse portare con coraggio alla fusione dei comuni che gradualmente dovrebbero, secondo le caratteristiche della nostra regione, entro una decina d’anni non essere inferiori almeno ai 5-7000-10000 abitanti.
Il nostro comune come ben sappiamo era stato inserito in un’Uti che partiva proprio da Artegna fino ad arrivare a Tarvisio; unitile ripetersi sulla disomogeneità riguardante quel territorio. In conseguenza a ciò l’intero consiglio si era espresso inviando alla Regione una proposta che includesse il Gemonese assieme alla zona collinare ed al tarcentino. Ma anche in questo caso siamo rimasti inascoltati in quanto non era possibile unirsi al territorio del tarcentino perché le UTI devono, per legge, tenere conto dei confini della riforma sanitaria che vede il Gemonese ed il Tarcentino collocati AAS (Aziende per l’assistenza sanitaria) diverse.  Tra l’altro Artegna da molti anni ha già condiviso servizi con il comune di Magnano in Riviera per caratteristiche molto simile al nostro. Ed in merito il nostro gruppo da sempre ha proposto di intensificare i rapporti con il Comune di Magnano visto come naturale possibilità di sviluppo  del territorio ed accorpamento. Per ciò che riguarda Comunità Collinare ufficialmente i comuni appartenenti ad essa hanno rifiutato la nostra proposta e la Regione ne ha semplicemente preso atto. Strano caso questo e contraddizione del governo regionale che manda i commissari sostituendosi ai sindaci eletti democraticamente in alcuni casi, mentre non fa nulla in altri casi come questo, non accettando le proposte di unire perlomeno nei servizi territori omogenei.
Il risultato di tutto ciò è stato il compromesso dell’Unione Intercomunale del Gemonese, attualmente commissariata, formata da sei comuni (Artegna, Gemona del Friuli, Venzone, Bordano Trasaghis e Montenars)  per un totale di circa 20.000 di cui la sola Gemona ne fa più di 11.100.  Una Uti povera che si presenta anche priva di una zona di sviluppo industriale.
Sullo Statuto va detto che di fondamentale importanza ci sono gli articoli 4, 5 e 6 in cui vengono specificate le funzioni Esercitate dalle Unioni e le funzioni Esercitate per conto dei comuni; articoli questi che sminuiscono pesantemente le funzioni esercitate dagli attuali consigli comunali. E’ evidente che, viste le dimensioni dell’Uti per tutto ciò che riguarda programmazione, la gestione del personale e dei servizi in genere, un ruolo fondamentale dovrà essere esercitato e spetterà di diritto al Comune di Gemona.
In prospettiva, preoccupante e quanto mai inopportuno ciò che è previsto all’articolo 32 comma 2 ovvero che: “I Comuni con popolazione superiore ai 3000 abitanti possono recedere dall’Unione dopo dieci anni dall’adesione con deliberazione approvata a maggioranza assoluta dal Consiglio comunale”. Ciò significa che tra 10 anni il comune di Gemona, unico comune della nostra Uti con più 3000 abitanti può uscire eliminando praticamente l’Uti stessa.   

Un’ultima riflessione ci venga concessa riguardo all’utilizzo dei commissari. Tale forzatura infatti sta iniziando a rivelarsi davvero singolare e poco rispettosa. Solitamente i commissari  nei comuni si mandano per gravi motivi tipo lo scioglimento dei consigli comunali per mafia, oppure quando un Sindaco si dimette o viene sfiduciato. Nelle nostra Regione invece si mandano a sostituire i sindaci eletti democraticamente ma che si dichiarano assieme ai loro consigli altrettanto democraticamente contrari a questa riforma. Tutto ciò ci sembra totalmente irrispettoso verso amministratori che gestiscono egregiamente il proprio territorio assumendosi talvolta responsabilità elevatissime pur di mantenere saldo l’ultimo filo di democrazia diretta rimasto in essere.  

venerdì 23 ottobre 2015

La Consulta Giovanile si farà! 

Nell’ultimo numero dell’InformArtegna vi avevamo comunicato l’avvenuto deposito della nostra proposta completa di una bozza di regolamento per istituire la Consulta Giovanile. In merito c’è stata una buona collaborazione e scambio di idee con l’Assessorato alle Politiche Giovanili ed i Consiglieri Comunali i quali hanno accolto favorevolmente la proposta. Abbiamo rivisto assieme il regolamento che porteremo per approvazione nel prossimo consiglio comunale e, se non ci saranno intoppi, entro il mese di novembre sarà istituito il nuovo organo. Facciamo appello fin d’ora a tutti i giovani dai 14 ai 22 anni perché colgano l’opportunità, prima partecipando alla presentazione del progetto e poi facendosi coinvolgere attivamente nella Consulta. Per quanto ci riguarda, accogliamo con soddisfazione il fatto che la nostra proposta sia stata accolta e ringraziamo la Maggioranza, convinti che la consulta potrà essere veramente un veicolo di accrescimento. Sul bilancio preventivo 2015 abbiamo proposto un emendamento con l’obbiettivo di eliminare la Tasi, prevedendo il passaggio dell’addizionale Irpef da aliquota unica ad aliquote a scaglioni di reddito. La proposta, pur corretta nei numeri, è stata bocciata dalla Maggioranza, ma siamo fiduciosi che il calcolo fatto dal nostro gruppo, salvaguardando i redditi più bassi ed allo stesso tempo alleggerendo le Tasse sulle proprietà, sarà sicuramente utile per ragionamenti futuri. Preoccupante lo sviluppo della riforma degli Enti Locali con le ormai famose UTI; l’argomento andrebbe trattato approfonditamente ma visto il poco spazio sintetizzeremo il nostro pensiero. Facendo un passo indietro va ricordato come tutto il consiglio comunale di Artegna aveva votato una proposta inviata in Regione affinché il Gemonese venisse inserito nel contesto Collinare e/o Tarcentino. La Regione non ha preso in considerazione la proposta. L’UTI in cui Artegna è collocata assieme a Gemona, Venzone, Bordano, Trasaghis e Montenars, si presenta povera, isolata, priva di una zona di sviluppo industriale; il CIPAF infatti si trova ad Osoppo inserito nell’UTI Collinare! Ad aggravare il tutto c’è l’assai poco piacevole situazione conflittuale venuta a crearsi tra i Sindaci di Artegna e di Gemona. Artegna, come in precedenza sulla Riforma Sanitaria, favorevole su quanto fa la Regione mentre Gemona in contrasto su entrambe le riforme. Che sia una questione politica? Secondo noi si! C’è chi fa politica a favore del proprio partito, qualsiasi cosa esso faccia e c’è chi fa politica a favore del proprio territorio. Lasciamo a voi capire chi fa l’una o l’altra cosa, rimanendo a disposizione per i chiarimenti che l’argomento richiede. Auguriamoci che questo dualismo finisca presto altrimenti a farne le spese sarà ancora una volta un territorio pedemontano già debole.  
Il Capogruppo Alessandro Marangoni